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Oggi per me è un giorno bellissimo che attendevo da tanto tempo…finalmente posso presentarvi la dottoressa Silvia Mauro che mi permetterà di esaudire un grande desiderio che avevo da parecchio tempo…una rubrica sul nostro blog dedicata alla psicologia soprattutto femminile.
Inseguivo questo sogno davvero da tanto e ho fatto fatica a trovare la professionista giusta che capisse la mia richiesta, la condividesse e avesse tempo e voglia di collaborare con me e ovviamente con Contemporaneo Food.
Chi non demorde spesso è premiato…e io sicuramente non ho mai smesso di cercare anche se giustamente voi non ne potete sapere nulla.
Finalmente da domani, ogni martedì si parlerà di psicologia: partiremo da temi legati in qualche modo al cibo, approfondiremo in modo semplice e spero interessante molte tematiche, piccole difficoltà che noi donne spessissimo abbiamo quando si parla di cibo e del nostro rapporto con esso.
Nel corso delle settimane però amplieremo gli argomenti tentando di toccare molte tematiche, anche delicate, che sovente appesantiscono, per non dire che mandano letteralmente in tilt la nostra psiche, rendendoci deboli e tristi.
Sarà una bella rubrica al femminile che mi auguro di cuore apprezzerete e spero che possiate interagire con noi ponendoci domande e proponendoci argomenti che vorreste approfondissimo insieme.
Per questo vi lascio un’altra volta il link diretto al profilo Instagram dove soprattutto in questa occasione io, insieme alla nostra Silvia Mauro, attraverso le Stories, cercheremo di dialogare con voi mettendoci a totale vostra disposizione.
Come al solito è fondamentale che conosciate meglio chi collaborerà con noi e quindi eccomi oggi con una bella intervista che ho voluto dedicare a Silvia: tante domande, alla mia maniera per cercare di capire meglio chi è, perché è diventata proprio una psicologa, il suo percorso di lavoro e tanto altro ancora…buona lettura.
1- Partiamo dalle questioni importanti…quando hai deciso che avresti fatto la psicologa e perché? Sei contenta della scelta che hai fatto?
Questa domanda è molto importante, il lavoro di psicologa non si sceglie “a caso” ma bensì è una scelta molto ponderata che spesso riguarda il proprio vissuto e la
propria storia di vita.
La scelta di fare questo lavoro è legata principalmente alla mia propensione all’accudimento e all’ascolto, al mio essere curiosa di capire gli altri e di cercare con
continuo e sincero interesse un modo per aiutare le persone a trovare il proprio benessere.
La mia scelta è avvenuta alla fine delle scuole medie, in cui ho scelto di fare il liceo socio-psico-pedagogico proprio per il mio interesse verso la comprensione degli altri, anche se a quell’età ero ancora in dubbio se fare la maestra o la psicologa. Al liceo, alla prima lezione di psicologia, ho preso la mia direzione e sono sempre stata molto sicura e determinata nella mia scelta.
Ho avuto anche la fortuna di trovare una professoressa di Psicologia (la Professoressa Irmachiara Malaroda) che è stata un modello e che ringrazio con tutto il cuore!
Se sono contenta della scelta che ho fatto?
Assolutamente sì. Penso sempre che non avrei voluto fare un altro lavoro. Durante il percorso di studi ci sono stati momenti di demotivazione e frustrazione. L’università è difficile e spesso poco concreta, inoltre il percorso è molto lungo perchè è diviso in laurea triennale, tirocinio, laurea magistrale, un anno di tirocinio (1000 ore), esame di stato e infine 4 anni di scuola di specializzazione. Nonostante la fatica, oggi posso dire di essere soddisfatta e felice del mio percorso.
2- Quale percorso di studi hai scelto?
Mi sono laureata magistrale in psicologia dello sviluppo e dell’educazione. Dopo mi sono iscritta alla scuola di Specializzazione (Istituto Adler di Torino).
L’indirizzo della specializzazione è psicodinamico, ma quello che amo dell’istituto è che integra più approcci, è sempre aperto ad esplorare nuovi punti di vista e prospettive, inoltre prepara gli allievi ad essere dei terapeuti in continua formazione e supervisione (cosa necessaria secondo me nel nostro lavoro).
3- Come vorresti che si sviluppasse la tua carriera futura? Ora come stai lavorando e quali progetti hai?
Questa non è una domanda semplice, non penso alla carriera, ma piuttosto agli obiettivi. Mi piace la strada che ho intrapreso cioè che integra la mia formazione ed
esperienza in età evolutiva con il lavoro con i genitori e con gli adulti in una ricerca del benessere a 360 gradi per tutto l’arco della vita.
Sicuramente mi piacerebbe continuare con l’attività privata in studio, è la parte che amo di più, tuttavia vedo anche parallelamente progetti e collaborazioni fuori
dall’attività privata per poter avere davvero una visione globale della persona.
Adesso sto lavorando come libero professionista a Torino, insieme ad alcune colleghe abbiamo creato un gruppo di lavoro (Menti a contatto) con le quali stiamo proponendo progetti ed attività dalla prima infanzia fino alla vecchiaia. Nel mio futuro vedo crescere questo gruppo di lavoro, con magari altre figure professionali.
Vedo un’integrazione tra il lavoro di gruppo e quello individuale in cui il gruppo arricchisce, da forza e nel quale la cooperazione e la collaborazione porteranno a tanti nuovi progetti ed idee.
4- Il tuo lavoro purtroppo ti mette a contatto diretto con situazioni non felici, per lo meno di disagio…cosa ti colpisce di più? Quali sono i gravi problemi di fondo che avverti?
Si, è vero, lavoro con la sofferenza e spesso è difficile contenere le angosce degli altri e riuscire a rimanerne del tutto immune. Per questo io, come penso quasi tutti i
miei colleghi, facciamo anni di terapia e analisi sui di noi. Oggi ci sono sicuramente cambiamenti sociali che hanno portato alla nascita di nuovi disagi, soprattutto legati all’utilizzo sbagliato dei social e alla mancanza di spazi e tempo per le relazioni interpersonali.
Per quanto riguarda bambini e adolescenti, è sempre più frequente riscontrare disagi riguardo i sentimenti e le emozioni, ci sono sempre più ragazzi che non gestiscono la rabbia scaturita dalla mancanza di tempo e di relazioni con poi conseguente chiusura in se stessi. I disturbi alimentari sono in aumento perchè la società impone modelli assurdi in cui il corpo viene visto come uno strumento puramente estetico invece che essere vissuto come identità, benessere, sentimento. Nella nostra società è sempre più difficile ascoltarsi e sentire, siamo poco in contatto con le nostre emozioni e ci sono sempre più persone che si sentono smarrite ed insoddisfatte.
Insomma i problemi di fondo sono tanti, ed è difficile analizzarli in poche righe, sicuramente ciò che riscontro è che è aumentata la sofferenza, ma per fortuna è aumentata anche la consapevolezza dell’importanza di intraprendere un lavoro su di sè per cercare il benessere.
5-Per quanto il tuo lavoro possa sicuramente essere una grande passione sono sicurissima che tu abbia delle altre passioni…cosa fai quando non lavori? come
trascorri il tuo tempo?
Tempo libero, purtroppo, ne ho davvero poco e quello che ho lo passo per lo più ad aggiornarmi continuamente. Quando riesco a trovare del tempo per me mi piace stare a contatto con la natura, sono cresciuta in mezzo alla campagna e quel mio animo“selvaggio” rimane sempre un pezzetto di me. Mi piace anche cucinare e sperimentare nuove ricette, magari condividendo questo momento con il mio compagno con un buon bicchiere di vino e la musica di sottofondo.
Mi piace mangiare bene! Sono stata cresciuta da un papà Siciliano cuoco amante del buon cibo, e ovviamente mi sono trovata un compagno Siciliano che cucina e ama il buon cibo.
Ma sopratutto, il poco tempo libero che ho lo dedico alle relazioni, alle amicizie e alla famiglia, penso che questo mi renda davvero felice!
6- Ovviamente per il team di Contemporaneo arriva la domanda di rito…hai degli animali, ti piacciono?
Amo gli animali e ovviamente ne ho! Ho una bassottina di 14 anni (Kikki) che amo alla follia. Ho sempre avuto Gatti, fin da piccola portavo a casa gattini randagi e una volta distribuiti ad amici e parenti finiva sempre che convincevo i miei genitori a tenerne uno. In tutta la mia vita ho avuto 6 gatti e attualmente ne sento tanto la
mancanza…non so quanto resisterò senza!
7- Tu che sei psicologa di professione, puoi dire di piacerti e di essere soddisfatta di te? E’ possibile raggiungere un certo grado di soddisfazione o siamo destinati ad essere sempre un po’ insoddisfatti?
Allora, la soddisfazione piena e completa non penso di averla, perchè tendo sempre al miglioramento, mi metto continuamente in discussione e a volte mi butto in
situazioni che mi spaventano pensando che potrebbero essere degli errori, ma meglio tentare che pentirsene!
Diciamo che ho fatto un grande lavoro su di me, sopratutto grazie alla terapia ho imparato a gestire le zone d’ombra perchè anche io, come tutti, ne ho, ne ho avute e ne avrò. La sofferenza non si può evitare, tutti prima o poi ci passiamo ed è giusto passarci, la vita è anche questo. Il percorso di terapia mi ha aiutato a comprendermi, ad accettare l’imperfezione a conoscere il motivo di certi miei atteggiamenti, a comprendere diversi punti di vista e imparare a trarre il meglio da tutte le situazioni.
E’ un cammino lungo e faticoso ma che porta alla ricerca dell’equilibrio che è possibile raggiungere solo se si accetta la fatica e a volte anche la frustrazione di non poter ottenere tutto e subito, avere presente la meta secondo me è già un bell’obiettivo da raggiungere poi quello che c’è in mezzo è vita.
8- Come al solito chiudo l’intervista con una richiesta che amo particolarmente…lasciaci con una frase che ci aiuti a ricordarti meglio.
Bè ti lascio allora con la frase che più mi rappresenta : “ non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per conoscere la felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’anima” Epicuro.
Che ne dite?
Sono sicurissima che la dottoressa Silvia Mauro piacerà molto anche a voi…per questo vi do felicissima, appuntamento a domani con l’apertura della nostra nuovissima Rubrica di Psicologia al femminile che toccherà tra gli altri argomenti, tante problematiche che troppo spesso viviamo in relazione al cibo.
Vi aspettiamo!
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