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Oggi io e la nostra dottoressa Raffaella Bestonso specializzata in comportamento animale, abbiamo deciso di approfondire un argomento molto delicato che ho vissuto in prima persona qualche anno fa: convivenza cane e gatto.
In effetti quando avevo il mio bassotto Cassiopeo, lui cercava sempre di fare amicizia con i gatti di strada e più volte mi sono trovata a difenderlo perché il gatto di turno non aveva così tanta voglia di essere suo amico.
Tutto questo è durato un po’ fino a quando c’è stata la conoscenza/amore con una gattina, nostra vicina di casa con la quale è scoppiato un vero e proprio amore.
Purtroppo la gattina ad un certo punto è sparita e io ho deciso di portare un gatto a casa sperando che finalmente Cassiopeo potesse avere un amico tutto per lui.
Sono andata al gattile i GattAstri di Piossasco di cui sono Madrina e da una micina grigia, alla fine sono passata a due micini, fratello e sorella, uno nero e una grigia che in qualche modo ho dovuto far entrare in una casa dove abitava ormai da molti anni un bassotto dal carattere determinato.
Io ho avuto molta fortuna perché tutto è andato per il meglio, devo però dire che la fortuna non mi è caduta dal cielo ma, al contrario, prima di portare i due gattini a casa, non solo ho consultato più volte il mio veterinario di fiducia ma ho letto molto e ho ragionato molto.
La mia favola quindi è a lieto fine, favola che poi si è replicata dopo qualche anno perché nel frattempo il mio bassotto è venuto a mancare e io ho preso un altro bassottino: il gatto nero gli ha fatto subito da fratello maggiore, la gattina grigia non si è fatta vedere per un giorno interno e poi ha incominciato piano piano, con i suoi modi a sondare il terreno e a vedere di fare questa nuova amicizia.
Ora mangiano, dormono e giocano insieme e per me è uno spettacolo costante che non ha prezzo!
Ma se qualcosa va storto? Se vogliamo prendere la decisione di portare a casa un cane o un gatto e abbiamo già altri quattro zampette a farci compagnia?
Ecco tutti i preziosissimi consigli che la notra dottoressa Raffaella Bestonso ha deciso di condividere con noi sul tema convivenza cane e gatto.
“Sono come cane e gatto”.
Questa è una frase che spesso si sente citare per indicare due persone che non si possono soffrire.
Ma è davvero così?
I cani e i gatti non possono convivere?
Nulla di più errato : ricordo ancora un pit bull che viveva in armonia con il suo amico felino (si salutavano naso-naso quando si incontravano all’esterno dell’abitazione), ma era nemico giurato di tutti gli altri gatti del quartiere!
Il cane, come si sa, è un animale sociale e come tale ha la necessità di vivere in un gruppo.
Il branco può essere costituito da conspecifici o può essere eterogeneo comprendendo specie diverse come uomo o altri animali.
Il periodo di socializzazione, nel corso dello sviluppo comportamentale del cucciolo, vede diverse fasi che permettono all’animale di avvicinarsi, conoscere e accettare sia i conspecifici (identità di specie) sia l’uomo, i gatti, gli uccellini, le tartarughe.
La socializzazione intraspecifica, con identificazione della specie di appartenenza, avviene dalle 3 alle 8 settimane di età, mentre la socializzazione interspecifica compare dalle 5-7 settimane di età fino alla dodicesima. Fino alla quinta settimana di vita la paura non è presente: il cucciolo avrà la tendenza a conoscere tutto quello che lo circonda. Dalla quinta all’ottava settimana la curiosità e la motivazione sociale supereranno il timore.
Questo lasso di tempo è il periodo ideale per il cucciolo per favorire il passaggio ad un’altra famiglia, per accettare un nuovo venuto o per conoscere persone o animali di tutte le specie che faranno parte del suo mondo.
Se il cane è adulto, si potrà comunque inserire un gattino?
Potrebbe essere più complicato, soprattutto se il cane non ha avuto una buona socializzazione con la specie felina.
Dovremo lasciare ai due animali del tempo, non forzare l’interazione e agire senza fretta.
Nei primi giorni gli animali non dovranno rimanere in contatto, ma sarà utile permettere loro di esplorare l’ambiente in cui ha soggiornato l’altro animale in modo tale da percepirne la presenza e l’odore.
Successivamente dovremo procedere con interazioni positive nel momento in cui cane e gatto si incontrano (possibilmente in condizioni di sicurezza). Un premio in cibo farà si che essi associno la vista dell’altro animale ad un’esperienza positiva e siano più propensi ad accettarlo.
Una carezza o un bocconcino premieranno anche l’atteggiamento calmo del cane alla vista del nuovo venuto.
Per favorire un migliore adattamento, il territorio di entrambi dovrà essere ben definito, lasciando al gatto la possibilità di occupare anche lo spazio verticale accedendo a zone elevate. Cassettine con lettiera, cibo e zone di riposo dovranno essere posizionati in aree non raggiungibili dal cane.
Il gatto dovrà sempre avere la possibilità di allontanarsi e di rifugiarsi in zone sicure.
Per quanto riguarda il cane, durante i pasti la ciotola dovrà essere posizionata in aree lontane da quelle dedicate al gatto e i giochi saranno a disposizione in zone diverse.
Nel caso in cui il cane manifesti un comportamento aggressivo o predatorio, sarà utile bloccarlo con un “no” e proporre un comportamento alternativo (es. “seduto”) con successivo premio.
E’ sottinteso che, per poter favorire un corretto adattamento tra i due animali, risulta necessaria una buona relazione all’interno del gruppo, soprattutto tra cane e proprietario.
A volte, malgrado le migliori intenzioni, la convivenza tra cane e gatto potrebbe risultare molto difficile. Può succedere!
In questo caso il medico veterinario comportamentalista può essere d’aiuto.
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