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Oggi per la rubrica del Pet Food riprendiamo con un articolo del medico veterinario nutrizionista Alessia Candellone parlando di un argomento molto importante e delicato che interessa tutti i padroni di quattro zampe come me…ovvero cibo per cani e gatti: occhio all’etichetta!
Non so voi ma io sono sempre molto attenta quando vado a comprare il cibo per il mio piccolo zoo, due gatti e un bassotto: mi oriento su marche di qualità e guardo l’etichetta cercando di capire la validità del prodotto.
Leggere l’etichetta e comprendere effettivamente i dati che riporta non è sempre così facile: tantissimi valori, sempre differenti da confezione e confezione, da marchio a marchio…diventa molto difficile, anche con tanta buona volontà, capire se stiamo facendo l’acquisto corretto.
Vediamo come ci viene in aiuto la nostra Alessia che in collaborazione con il medico veterinario nutrizionista Erica Longato di Diete Bestiali ha risposto in questo modo sull’argomento.
Una delle domande più frequenti che i proprietari mi pongono durante una visita clinica è legata alla qualità dell’alimento che solitamente danno al loro amico peloso.
In particolare mi viene sempre chiesto se la marca di crocchette (o scatolette) utilizzata sia buona, intendendo con tale aggettivo che il prodotto contenga ingredienti salutari, che non siano scarti alimentari e se, nel complesso, quel tipo di alimentazione sia quella migliore che possano fornire al loro amico a quattro zampe.
La risposta a tale domanda è sempre molto difficile da formulare.
Quello che io dico sempre ai proprietari è che non esiste un tipo di crocchetta in commercio che in assoluo sia meglio di tutte le altre, in quanto ogni prodotto ha dei pregi e dei difetti.
Parte del mio lavoro è quello di fornire ai proprietari delle nozioni scientificamente adeguate affinchè possano orientarsi nel vasto e confuso panorama che il mondo del pet food attualmente ci propone.
L’unico strumento che abbiamo per capire che tipo di prodotto abbiamo davanti è l’etichetta, che funge un pò da tramite tra l’azienda produttrice e l’acquirente e che ci fornisce molte informazioni (non fornendocene a volte molte altre!)
Analizziamo ora punto per punto, ciò che si trova solitamente scritto su un’etichetta:
Specie di destinazione: ovvero cane, gatto, coniglio ecc…
Questa indicazione potrà sembrare banale ma ricordate sempre che ogni specie ha delle esigenze nutrizionali differenti, è quindi profondamente sbagliato pensare di poter alimentare un cane con un alimento per gatti e viceversa.
Categoria di destinazione: ovvero cuccioli (puppy)/ adulti/ senior.
Ogni fase della vita dei nostri animali, così come per l’uomo, necessita di fabbisogni energetici e nutrizionali specifici sia per quanto riguarda i macronutrienti (proteine, grassi, carboidrati e fibre) che i micronutrienti (vitamine e minerali). A seconda quindi dell’età del nostro animale sarà necessario fornirgli un alimento specifico che copra tutti i fabbisogni del momento.
Tipologia di alimento: completo/ complementare/ dietetico.
Un alimento completo per definizione, consente da solo di soddisfare i fabbisogni nutrizionali del nostro animale in quanto è integrato con vitamine e minerali; ipoteticamente pertanto, un alimento completo potrebbe essere somministrato tutti i giorni per tutta la vita dell’animale senza che questo manifesti carenze.
Un alimento complementare invece non è in grado da solo di fornire tutto ciò di cui l’animale ha bisogno: va pertanto integrato con altri alimenti per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali specifici.
Infine, appartengono alla categoria alimenti dietetici tutti quei prodotti destinati ad animali affetti da una determinata condizione patologica il cui trattamento terapeutico prevede un’alimentazione particolare.
Materie prime qualificanti: sono quelle materie prime la cui presenza viene enfatizzata in etichetta con varie voci; dal tipo di dicitura è possibile desumere la percentuale di tale ingrediente nel prodotto acquistato. Per fare alcuni esempi tra le diciture più comuni, “aromatizzato con…” o “al gusto di…” significa che l’ingrediente citato è presente in una percentuale inferiore al 4%, “con…” attesta la presenza di un quantitativo di almeno il 4%, “ricco di…” almeno il 14% e “marca + il nome dell’ingrediente…” almeno il 26%.
Lista degli ingredienti: per legge gli ingredienti devono essere elencati in ordine decrescente, il che vuol dire che il primo è quello presente in percentuale maggiore nel prodotto acquistato.
Questi ingredienti possono essere indicati COME TALI (es. mais, riso ecc..) oppure per CATEGORIA (es. cereali) e nell’ambito della categoria può (ma non è obbligatorio) essere specificata la percentuale di un singolo ingrediente (es. cereali di cui mais 15%).
Questo espediente può essere utilizzato dalle aziende per “frammentare” ad esempio la voce carboidrati in diverse fonti che risultano essere inferiori, in termini percentuali, alla prima voce elencata nella lista ingredienti, ma che sommandole danno un valore più alto.
Analisi centesimale o dichiarazione analitica: questa indicazione comprende i risultati che si ottengono in seguito all’analisi chimica del prodotto, espressi in % sul totale del prodotto stesso.
Le dichiarazioni obbligatorie per legge sono quelle relative al contenuto in proteine, grassi, fibre, ceneri e additivi mentre non obbligatorie sono quelle relative all’energia del prodotto e alla sua umidità, se questa è inferiore al 14%. Il tenore in carboidrati di un prodotto, benchè non espresso in etichetta, lo si può calcolare sottraendo a 100 (che poniamo come totale del prodotto) la somma di tutte le diverse % presenti in etichetta.
Tra le dichiarazioni obbligatorie, le ceneri suscitano solitamente grande interesse perchè indicano il tenore di materia inorganica presente nel prodotto. Questa % può aumentare se aumenta il contenuto minerale del prodotto o se vengono utilizzate materie prime di scarsa qualità, ricche di residuo inorganico indigeribile dall’animale (come ad esempio residui di ossa).
Dosi e modalità d’impiego: rappresentano delle indicazioni medie che devono essere comunque adattate ad i singoli soggetti ed alle condizioni specifiche.
Claim pubblicitari: ci sono poi delle informazioni non obbligatorie riportate in etichetta che hanno la funzione di porre l’attenzione su determinate caratteristiche del prodotto e che non hanno alcun riferimento legislativo, come ad esempio “fresco”, “free”, “naturale” ecc.
Tra le informazioni che non ci fornisce l’etichetta, sottolineerei soprattutto la qualità delle materie prime utilizzate e di conseguenza la digeribilità del prodotto in esame.
Quest’ultima, di fondamentale importanza, va valutata dal proprietario basandosi sulla quantità e la consistenza delle feci prodotte dal proprio animale, partendo dal presupposto che più un alimento è digeribile, minore sarà la quantità di “scarto” di tale alimento che finirà nelle feci.
Direi che questa attenta analisi che ci hanno regalato le nostre super dottoresse è davero utile per tutti noi che siamo sempre alla ricerca del meglio per i nostri amici a quattro zampe…è inutile infatti, aver preso un compagno di vita che ci sarà sempre fedele e rimarrà sempre vicino a noi per poi non trattarlo nel migliore dei modi.
Vi ricordo che se avete domande da porre potete tranquillamente scrivermi qui dalla pagina Contatti del blog seguendo questo link diretto o dalla direct di Instagram dove rispondo sempre in tempo reale: passerò ovviamente tutte le domande ai nostri veterinari che ci supportano in questo progetto.
Vi aspetto il prossimo giovedì con un altro bellissimo articolo della dottoressa Francesca Bestonso, veterinario comportamentalista: non vi posso fare nessuna anticipazione ma posso dirvi che sarà davvero molto interessante e a tema natalizio.
Alla prossima!
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