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Per moltissime persone, soprattutto per noi italiani, la giornata non può iniziare senza un buon caffè che sia espresso della macchinetta o della classica moka.
A quanto pare però, la scienza ci spiega che la mattina, appena svegli, è forse il momento peggiore in cui gustare il nostro amato caffé!
Come mai? Sarà vero?
Facciamo chiarezza.
Tra le molte componenti nutrizionali del caffè, la più nota è ovviamente la caffeina che ha davvero molte buone proprietà.
Intanto stimola la secrezione gastrica e biliare, facilitando così la digestione.
Stimola la funzionalità cardiaca e nervosa, con conseguente effetto energetico, utile a contrastare, ad esempio, la sonnolenza.
Favorire il dimagrimento: ha infatti un effetto lipolitico, stimola sia l’utilizzo dei grassi a scopo energetico che la termogenesi, aumentando la quantità di calorie bruciate dal nostro corpo, in più diminuisce notevolmente il senso di fame.
Altri benefici per la salute portano ad una migliore concentrazione, meno infiammazione, longevità e una migliore salute del cuore.
Per massimizzare questi potenziali benefici, gli esperti in nutrizione consigliano chicchi meno tostati e più ricchi di polifenoli, e quindi con potenziale effetto antiossidante.
Da ricordare quindi che il caffè a tostatura leggera e media ha più polifenoli.
Una delle cose che dovremmo sicuramente imparare a fare è quella di capire quando sia il caso di bere un caffè e quando, bevendolo, non trarremo alcun beneficio, anzi…alcuni quasi certi disagi.
Varie ricerche ci rivelano che l’assunzione di caffè nelle prime fasi del giorno non porta benefici, anzi, peggiora la situazione relativamente al nostro ritmo circadiano, ovvero le variazioni cicliche che ogni giorno coinvolgono le nostre attività biologiche.
Il ciclo circadiano è infatti una sorta di orologio biologico dal periodo di 24 ore, (il nome deriva dal latino circa diem che significa “intorno al giorno”), un complesso sistema interno responsabile di cicli riguardanti la pressione arteriosa, la temperatura del corpo, il tono muscolare, la frequenza cardiaca, il ritmo sonno-veglia, ecc.
Il famoso neuroscienziato dottor Miller, con le sue ricerche scientifiche ci spiega che l’orario migliore per bere il caffè sia la mattina, ma sicuramente non quando ci svegliamo.
Miller ha specificato che l’orario migliore per bere un caffè è tra le 9:30 del mattino e le 11:30.
Si tratta di una questione di biochimica legata al cortisolo, l’ormone dello stress, fondamentale per il nostro ciclo ormonale e che ci aiuta a svegliarci la mattina e a spegnerci la sera.
La produzione massima di cortisolo avviene solitamente tra le 8 e le 9 del mattino: assumere caffeina in questo momento in qualche modo annullerebbe la sua naturale azione, sostituendosi ad essa, creando non solo una sorta di assuefazione nel tempo ma anche, molto spesso, un fastidioso mal di testa, stanchezza e sonnolenza, dovuti proprio al sovraccarico di cortisolo che si crea.
Tra le 9.30 e le 11.30, quando il nostro corpo presenta una concentrazione minore di cortisolo, un buon caffè può anche avere un maggiore impatto sul metabolismo.
Il consiglio che viene dato è quello di bere caffè circa un’ora e mezza/due dopo il risveglio e, se senza caffé non si riesce a essere svegli in breve tempo, occorre esporsi il più possibile alla luce del sole in quanto il rilascio del cortisolo sarà molto più rapido.
Insomma…la classica pausa caffé di metà mattinata pare essere un vero toccasana assolutamente da fare anche perché sembra che i livelli di attenzione rimarranno così alti per altre 5 ore.
E nel resto della giornata, ci sono altri orari corretti dove bere un caffè?
L’altro picco fisiologico di cortisolo lo abbiamo intorno alle 13.30/14:00 perciò anche il caffè subito dopo pranzo non è, sempre secondo Miller, una buona abitudine, e, per avere un pomeriggio all’insegna dell’energia e della voglia di fare, sarebbe opportuno prendere una tazzina di caffè verso le 15.
C’è però da dire che, specie dopo un pasto abbondante, la tazzina di caffè stimola i processi digestivi quindi magari non ci farà essere più svegli ma sicuramente ci aiuterà a digerire meglio.
Un’altra cosa da tenere presente è l’orario giusto per prendere il nostro ultimo caffè della giornata.
Dopo cena?
Assolutamente no!
Sarebbe infatti il caso di prendere l’ultimo caffè della giornata entro le 16.30/17:00 in modo tale da smaltire la caffeina prima di andare a dormire.
Queste domande non sono affatto banali…anzi…le cose da sapere sono davvero tante.
Importante è sapere che a seconda della tipologia di caffè (arabica o robusta) il contenuto di caffeina cambia: il caffè robusta, infatti, contiene un quantitativo di caffeina che varia dal doppio al triplo rispetto a quello del caffè arabica.
Un altro aspetto che incide e non solo sul sapore finale del caffè è la sua tostatura: più il caffè viene tostato, più i suoi chicchi diventano scuri e il contenuto di caffeina diminuisce, al contrario di quello che generalmente viene da pensare vedendo un caffè molto scuro.
Ultimo ma non trascurabile aspettoche influisce sulla quantità di caffeina è il grado di macinazione: a seconda della finezza della polvere di caffè, l’acqua lo attraversa con maggiore o minore difficoltà e questo determina una maggiore o minore concentrazione di caffeina nella bevanda che si ottiene.
Una tazzina di caffè preparato con la moka contiene circa 100-150 mg di caffeina, a fronte di 60-80 mg contenuti in una tazzina di caffè espresso.
E il caffè americano?
Una tazza di circa 250 ml di caffè americano ha un contenuto di caffeina praticamente uguale a quello di una tazzina di caffè di moka.
Quanti berne?
Pare che si possa arrivare sino a 5 caffè al giorno senza particolari controindicazioni generali che possano essere valide per tutti.
,og
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